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venerdì 15 maggio 2020

In questi giorni si è parlato molto di ripartenza, di riaperture e di ritorno alla normalità, ma cosa accadrà nel settore dei Beni Culturali?

Prima di capire cosa accadrà, vorrei gettare uno sguardo a quello che è successo nei Musei e nei Parchi Archeologici durante la quarantena.
Ormai siamo abituati a sentire parlare di "fase 1", "fase 2", potrei dire che anche i luoghi della cultura hanno attraversato delle "fasi".
A mio avviso ci sono state tre grandi fasi per i beni culturali, di cui adesso vi offrirò una personale analisi.

Fase 1: La corsa al digitale.

L'8 marzo i musei, parchi archologici, teatri e luoghi della cultura sono stati ufficialmente chiusi a causa del Covid-19.
Annullati eventi, concerti, spettacoli, mostre, tutto il comparto si ferma.
La chiusura non ha stupito gli addetti ai lavori, infatti alcuni musei si stavano già muovendo per capire come comportarsi durante un periodo senza visite dirette dei fruitori.
Il 9 marzo però è successo qualcosa che io non mi aspettavo, tanto che l'ho definito "il giorno del delirio".
Il miei social erano impazziti, Facebook in primis.
No, nessun malfunzionamento, solo un continuo arrivo di notifiche.
Chi come me per professione o per diletto segue diverse pagine o gruppi legati ai musei e parchi archeologici si è trovato con la home invasa da post, dirette che partivano quasi contemporaneamente, di tutto è di più.



Cosa è successo?

Con il lancio dell'hashtag #iorestoacasa  i luoghi della cultura annunciano la loro chiusura, ma aggiungono e lanciano il motto "la cultura non si ferma".
Ed effettivamente non si è fermata, il MiBACT promuove l'iniziativa e un canale Youtube dove raccoglie i contenuti creati da professionisti della cultura (storici, archeologi, restauratori, autori, attori, musicisti ecc...).
L'idea, che subito è stata sposata in massa, è se un determinato luogo, museo, teatro, biblioteca è chiuso, lo apriamo virtualmente.



Nella prima settimana ho visto produrre di tutto.
Una sintesi su questa che io chiamo "prima fase" è  reso dall'articolo di Marina Lo Blundo su Generazione di Archeologi, con cui ho concordato pienamente nel momento in cui è stato scritto.
La corsa frenetica all'essere presenti, partecipi e sempre sul pezzo ha portato alla creazione di una grande quantità di contenuti (non tutti di pari qualità). L'ansia di creare e non restare indietro ha fatto impazzire molti addetti alla comunicazione museale (o chi si è improvvisato tale).

Adesso che quella fase è stata superata, cosa si può dire?

Il Covid-19 ha sconvolo tutto, anche i piani di comunicazione sui social.
La corsa al digitale che ha colpito molti musei ha portato alla luce le lacune e le differenze tra chi ha puntato allo sviluppo digitale già da tempo e chi si è svegliato l'8 marzo 2020.

Tra i musei che da anni hanno sviluppato una strategia comunicativa adeguata e fatta da professionisti competenti bisogna citare il Museo Egizio di Torino, il Parco del Colosseo, il Museo Archeologico di Venezia, il Parco di Ostia Antica, il Parco archeologico di Pompei, la Galleri degli Uffizi, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Si potrebbbe pensare che sono grandi nomi che hanno molti soldi per investire anche nel digitale, sicuramente sono messi meglio di alcuni piccoli musei è innegabile, ma sono stati sopratutto lungimiranti.
Sono musei che non hanno iniziato ieri a comunicare, studiare il proprio pubblico ed a creare contenuti e i risultati si vedono.
Personalmente ho adorato i video del Museo Egizio "Le passeggiate del direttore", video che durano una decina di minuti o poco più, dove il direttore Christian Greco ti illustra i reperti del museo.
Anche questo contenuto non è stato improvvisato, "le passeggiate del direttore" sono un appuntamento del Museo Egizio che prevede una visita di persona, non virtuale,  guidata dal direttore, a testimonianza di una progettualità continua e benfatta, riadattata ad un momento di crisi.
Altro esempio è il Parco di Ostia Antica che ha spostato gli incontri "Vediamoci ad Ostia", sul web, rendendo fruibili a tutti una serie di conferenze estramente interessanti.
Potrei continuare per ognuno dei musei che ho citato in precendenza, ma il senso è chiaro: chi ha un piano editoriale ed eventi ben studiati ha potuto subito adeguarsi alla situazione.

Se superiamo i soliti nomi noti, questa corsa alla presenza sui social ha messo in luce chi sta provando a migliorarsi.
Una menzione speciale la faccio al Museo Etrusco di Villa Giulia, un museo che ha fatto e farà tanta strada.
Il Museo Etrusco di Villa Giulia è uno dei miei musei preferiti, ma non è per questo che ve ne parlo.
Lo sforzo che lo staff sta facendo per essere presente sul digitale nella maniera più corretta possibile si nota e sta dando i suoi frutti.
Premetto che non conosco nessuno dello staff, ma ho incrociato alcuni di loro in webinar che sto seguendo. Questi professionisti con molta umiltà e voglia di fare parlano delle loro lacune e del lavoro che vogliono fare e come stanno provando a migliorare.  Per me sono un esempio di chi vuole offrire al pubblico la migliore esperienza possibile all'interno del museo, creando un legame che possa continuare anche dopo la visita, cercando tutti gli strumenti più adatti per fidelizzare correttamente i propri fruitori.

Sono convinta che questo museo farà tanta strada nel campo digitale e lo ha già dimostrato l'iniziativa del direttore Valentino Nizzo che rilanciando la sfida nata su Instagram di imitare un'opera d'arte con quello che si aveva a casa e poi postarla sui social, si fa una foto con sua moglie nella stessa posa della coppia del celebre "Sarcofago degli sposi"e lancia la sfida a chi segue la pagina del museo.
Le regole per partecipare erano semplici, bastava scegliere un'opera del Museo Etrusco e replicarla.
Così oggetti etruschi non noti a tutti sono diventati virali e di conseguenza l'attenzione si è spostata sul museo.
Il direttore Valentino Nizzo e sua moglie nella posa del "Sarcofago degli sposi". Foto tratta da Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia








Esempi di foto di utenti della pagina Facebook  del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia che hanno raccolto la sfida del direttore.

Sempre Valentino Nizzo è stato protagonista di alcune dirette molto interessanti dal titolo "Dirigi il direttore", in pratica il direttore era guidato dagli spettatori alla scoperta dei reperti contenuti nel museo.

Preparazione e voglia di fare portano ad dei buoni contenuti. 


Cosa mi resta della "fase 1"?

- I contenuti generati
- La differenza tra una comunicazione con una salda programmazione e una improvvisata
- I musei che hanno compreso l'importanza del digitale e si stanno attrezzando per migliorare.

Fase 2: Tour virtuali e webinar

Dopo la corsa spasmodica a cui ho accennato prima, il protrarsi della quarantena e il senso di claustrofobia dato dalla chiusura in casa ha generato un altro fenomeno di comunicazione: i tour viruali.
Ad un certo punto quando partivano delle dirette i contenuti a cui assistevo erano delle vere e proprie visite guidate ad un museo, ad un parco o ad una città.
Ho fatto dei fantastici giri per l'Italia e non solo, non lo nego, ma se i tour presentati da professionisti sono stati gradevoli, un po' più discutibili sono stati quelli virtuali in 3d o comunque animati.
Anche in questo caso come per la comunicazione sui social, la realtà virtuale non è per tutti.

A costo di ripetermi, un lavoro fatto da un professionista si nota subito.

Superata questa fase di abbuffata di prodotti di ogni tipo, ho notato che sono aumentate in maniera esponenziale gli inviti a webinar gratuiti su i temi che abbiamo affrontato fino ad ora.



Dopo il decimo invito mi sono chiesta: "cosa sta spingendo i professionisti nel settore dei beni culturali a creare questi incontri?"

Mi sono confrontata con alcuni organizzatori di questi webinar ed è emerso che la necessità di fare incontri su argomenti come "social e beni culturali", "digitale nei musei", "realtà virtuale", "musei online", "musei dopo il Covid-19" nasceva dall'esigenza di aiutare a colmare le lacune che questa emergenza ha reso lapalissiane, oltre ad essere un modo per alcune aziende di farsi notare.

Tutti siamo coscienti del fatto che le visite nei luoghi della cultura, sopratutto quelli chiusi non saranno come prima per molto tempo.
I professionisti del settore si sono posti molte domande e spesso questi webinar sono stati uno spazio per aprire un dibattito e discuterne insieme.
Facendo un sunto di quello che ho estrapolato da questi incontri, il timore principale è quello di non poter offrire al visitatore la stessa tipologia di visita precedente alla chiusura.
Il distanziamento tra le persone può rendere difficile la fruizione di alcune sale e sono in molti del settore a chiedersi se forse un contenuto digitale può sopperire a queste difficoltà (dato per assodato che la visita diretta è un'esperienza che non può essere sostituita, se non per necessità).

Il dubbio che aleggia su molti è che una visita ridotta del museo possa rendere poco conveniente il giro per il fruitore.
In poche parole se su 10 stanze posso visitarne 5, uno strumento come un totem che mi propone qualcosa di virtuale può invogliarmi a pagare il biglietto? Però i totem, schermo touch, vanno subito disinfettati, non è meglio affidarsi alla realtà vituale?
Inoltre, e qui viene l'utilità di questi webinar, non tutti i musei hanno professionisti nel loro staff che possono produrre tali contenuti, quindi che fare?

Affidarsi a professionisti è la risposta.

Risposta scontata, direte voi, non sempre, certe volte non è nemmeno immediata.
C'è chi continua a parlare di formare i giovani, che pur essendo una cosa sacrosanta, non aiuta i musei a ripartire. C'è bisogno adesso di alcune professionalità, non c'è il tempo materiale di aspettare qualcuno che completi la sua formazione, ma bisogna affidarsi a chi già è formato e produttivo.


A quali professionalità mi riferisco?

In questo momento prendere nel proprio staff un tanto pubblicizzato "Social Media Strategist" (per ottimizzare al massimo l'utilizzo dei social network del museo, promuovere l'istituzione museale e ricevere feedback dagli utenti utili a migliorare l'esperienza del visitatore); oppure viste le problematiche emerse un "Digital Stategy Manager", una persona responsabile della strategia digitale del museo (una figura che curi i contenuti, consigli e gestisca le scelte tecnologiche più idonee per il dato museo e gestisca le relazioni con evenutali partner esterni), potrebbe essere una scelta importante.
Potrei continuare con altri figure dal caratteristico nome in inglese, ma il senso di quello che voglio comunicare è che cercando nel mare magnum delle professioni legate al "museo" e al "digitale" troviamo una vasta gamma di professionisti pronti a migliorare l'offerta museale anche e soprattutto post pandemia mondiale.
Queste figure potrebbero o dovrebbero affiancare lo staff e non sostituire nessuna delle figure già presenti nei nostri musei. Potrebbero essere dei consulenti da utilizzare anche per un periodo limitato per produrre una valida comunicazione esterna, se il museo non avesse grandi fondi a cui attingere, il tempo necessario per creare una pianificazione a lungo termine e una struttura comunicativa interna solida. Per finire, questi esperti potrebbero formare il personale per garantire l'utilizzo corretto delle tecnologie e degli strumenti scelti per potenziare la visita museale. 

Cosa mi resta di quesa "fase 2"?

- La consapevolezza che spesso all'interno dello stesso museo la mano sinistra non sa quello che fa la mano destra, quindi migliorare la comunicazione interna aiuta a comunicare meglio con l'esterno.

-Molti musei dovrebbero chiedersi "cosa voglio fare da grande?",  producendo una programmazione a lungo termine per capire "dove si vuole andare" e "cosa si vuole diventare".

- Non farsi prendere dall'ansia.
Chi lavora nei musei, luoghi della cultura, in questo momento non deve farsi predere dall'ansia e dalla smania come è successo nella "fase 1".
Riaprire ed offrire quello che si può, con gli strumenti più idonei all'esigenze del museo, con il supporto di professionisti che possano creare dei prodotti su misura,  riutilizzabili anche quando tutte le problematiche relative al Covid-19 saranno terminate, potrebbe essere la giusta via da percorrere.

Lo so, chi legge  queste mie parole vede comunque la spesa di tanti soldi e pochi visitatori almeno nei primi mesi, ma sono tutte "fasi" che hanno una fine ed un inizio e lavorare per tempo su determinate necessità può solo che rendere più produttivo il museo dopo, quando si tornerà alla normalità.

Ancora una volta partire per tempo evita le corse e le improvvisazioni.

Ed eccoci ad oggi, quella che io chiamo "fase 3 dei beni culturali".

Mancano pochi giorni al 18 maggio, data fissata per la riapertura dei Musei e Parchi Archeologici. 

Cosa si deve fare per riaprire? Quali musei riapriranno? Come si svolgeranno le visite? Ci saranno i visitatori?

Tante domande a cui ho cercato di dare delle risposte.

1) Cosa si deve fare per riaprire?

Il Comitato Tecnico-Scientifico (CTS) per l'emergenza Covid-19 da coronavirus ha stilato e diramato le linee guida per le riaperture dei musei.
Le indicazioni dettate dal CTS saranno adattate alla tipologia di museo (piccolo o grande, chiuso o all'aperto), ma in tutti i musei dovremo entrare con le mascherine.



Infatti sono previste mascherine per i visitatori e per il lavoratori, visite contingentate con un prestabilito numero di visitatori e fasce orarie, termoscanner per la misurazione della febbre all'ingresso, segnaletica per il distanziamento (sempre di almeno 1 metro), percorsi a senso unico, bagni che rispettino il distanziamento ed ovviamente sanificazione quotidiana dei locali.

Altre indicazioni consigliate prevedono una limitazione dell'utilizzo dei touchscreen e audioguide (da sanificare ad ogni utilizzo), evitare file alle biglietterie favorendo l'acqusito online dei biglietti, limitare l'utilizzo di pagamenti in contanti, permettere il lavaggio frequente della mani o comunque disporre il posizionamento di dispenser per sanificazione delle mani in più punti.

Molti musei in queste ore stanno lavorando intensamente per rispettare tutte le indicazioni consigliate.
Anche in questo caso non tutti hanno gli stessi mezzi e possibilità, così anche la prepazione alla riapertura varia da museo a museo, da regione a regione.




2) Quali musei riapriranno?

Il via libera alla riapertura riguarda tutti i musei statali e privati che in data 18 maggio saranno in grado di fornire una visita sicura degli ambienti espositivi.
Garantire sicurezza e tutela non è una spesa sostenibile da tutti al momento.  A gridarlo forte e chiaro è stato Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Firenze.
Come un tuono fragoroso Sacchi ha annunciato che il 18 maggio i musei civici di Firenze non riapriranno. L'assessore fa notare che la città è in ginocchio, non ci sono turisiti e che stime e valutazioni fatte con l'area tecnica di Palazzo Vecchio mostra che:

un mese e mezzo di apertura parziale, solo nel weekend, di appena tre musei, costerebbe mezzo milione di euro. Sono soldi che non abbiamo e senza le rassicurazioni che abbiamo chiesto al Governo nelle ultime 5 settimane sul ristoro anche parziale della tassa di soggiorno non possiamo impegnare questa spesa". (Fonta La Nazione)

Non discuto questa o altre decisioni simili, ma è innegabile che i costi per la sanificazioni e la tutela, saranno più alti degli incassi dei prossimi mesi.

Sanificare un museo non è una cosa da poco, non tanto per la grandezza della struttura o numero di stanze, ma per l'attenzione da dedicare ai reperti conservati all'interno.

Come ha sottolineato Alessandra Morelli (vicepresidente di Restauratori Senza Frontiere) in un articolo del Corriere della Sera dal titolo "Sanitificazione di chiese e luoghi d'arte, l'allarme degli esperti: i vapori dei prodotti danneggiano le opere", le opere di sanificazione non possono essere improvvisate o date a mani poco esperte.
Questo ovviamente aumenta le spese per garantire i requisiti base per riaprire e la difficoltà che molti musei, ma anche biblioteche possono incontrare.

Chi riaprirà davvero il 18 maggio?

La risposta sembra sempre più confusa man mano che la data si avvicina, per adesso si può dire che:



Roma - prevede ingressi contingentati, visite serali (in particolare per Musei Vaticani e Colosseo, mete di punta della città). A riaprire saranno i Musei Civici con ingressi limitati, 100 persone all'ora nei Musei Capitolini e Mercati di Traiano; 50 visitatori all'ora a Palazzo Brasci, Centrale Montemartini ed Ara Pacis (dove è stata prolungata la mostra su Sergio Leone); 80 persone all'ora nei Fori Imperiali (queste informazion sono in fase di aggiornamento costante. Per maggiori informazioni consultare il sito del comune di Roma)

Milano - è stato elaborato un calendario che detta i tempi delle riaperture:
tra il 19 e 21 maggio riapriranno i Musei del Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale, GAM|Galleria d'Arte Moderna, Acquario Civico e della Casa Museo Boschi-Di Stefano;
tra i 22 e il 24 maggio  apriranno il Museo del Novecento, il Museo Civico Archeologico, Palazzo Morando|Costume Moda Immagine e il MUDEC|Museo delle Culture (Per maggiori informazioni vi rimando al testo del piano presentato dal Comune di Milano).

Firenze - è di poche ore fa la notizia che il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, ha stilato un calendario di riaperture dei musei.
La tabella di marcia prevede:
-22 maggio riapertura del Giardino Boboli;
-25 maggio riapertura di Villa il Ventaglio e Cenacolo di Sant'Apollonia;
-29 maggio dovrebbero riaprire gli Uffizi, la Galleria del Costume, Palatina e appartamenti monumentali di Palatto Pizzi, Galleria di Arte Moderna e museo di San Marco;
- 1°giugno dovrebbero riaprire le ville di Petraia, Castello e Cerreto Guidi;
- 2 giugno dovrebbe essere il giorno di riapertura dell'Accademia, del Museo degli Strumenti Musicali, del Museo di Palazzo Davanzati e delle Cappelle Medicee.

Come si può capire ben capire alcune date sono ancora incerte, pertanto vi consiglio di consultare i siti ufficiali di comuni e musei per organizzare una visita nelle prossime settimane o mesi.

Intanto buone notizie arrivano dal Decreto Legge Rilancio del 13 maggio 2020, che ha reso noto l'istituzione di un fondo da 100 milioni di euro per il sostegno ai musei del MiBACT per il mancato introito della vendita dei biglietti a causa della chiusura imposta per evitare il contagio da Covid-19.

Fa ben sperare anche il
Fondo cultura per la promozione degli investimenti sul patrimonio. 100 milioni di euro per il 2020 e 2021, aperto ai contributi privati
Viene istituito con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per il biennio 2020-2021 il Fondo Cultura, finalizzato a promuovere investimenti in favore del patrimonio culturale materiale e immateriale e aperto alla partecipazione di soggetti privati. L’istruttoria e la gestione delle operazioni vedrà coinvolta Cassa Depositi e Prestiti, mentre una quota del fondo potrà essere gestito dall’Istituto per il Credito Sportivo a garanzia di contributi in conto interessi e mutui per interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.


3) Come si svolgeranno le visite?  4) Ci saranno i visitatori?


Per concludere questa mia riflessione  divisa in fasi, provo a rispondere alle ultime due domande che per adesso vanno per la maggiore.
Come avverranno le visite? A questo punto penso che sia abbastanza chiaro in base a quello ho già scritto che le visite nei musei avverranno con la mascherina a copertura di naso e bocca, e questa per ora è l'unica vera certezza.
Cosa si potrà vedere e quali spazi si potranno visitare cambia da museo a museo, quindi non resta che informarsi per bene nel momento dell'acquisto del biglietto.

I Musei e Parchi Archeologici più famosi si stanno organizzando per contenere un pubblico numeroso, anche se il dubbio che serpeggia è che i fruitori saranno pochi per molto tempo.

Considerando che i turisti stranieri non possono ancora arrivare in Italia e che forse gli italiani si potranno muovere da regione a regione dai primi di giugno, quante di queste persone visiteranno un Museo o Parco Archeologico nelle prossime settimane?
Difficile a dirsi, anche perché un maggior movimento sul territorio nazionale non garantisce un determinato numero di visitatori per musei.
La crisi economica provocata dalla pandemia ha avuto effetti devastanti su molte persone, questo ovviamente porta ad una spesa minima dei propri beni e non è detto che una parte di queste spese prevedano un biglietto per il museo.
Sicuramente chi può economicamente e chi ha sempre visitato parchi archeologici e luoghi della cultura tornerà a farlo, ma quello che spaventa gli operatori del settore è che non sarà qualcosa di immediato.

In merito ho letto diverse proposte per attirare le persone verso i musei, da biglietti a costi inferiori ad agevolazioni per le famiglie, però nessuna di queste idee garantisce un effettiva riuscita.

Intanto ad invogliare i visitatori ci pensa ache il "DL Rilancio" che estende da 12 a 18 mesi il termine per usufruire dei voucher ricevuti a compensazione di spettacoli cancellati e chiusure di spazi espositivi.

Dopo questa mia personale analisi divisa in fasi, non mi resta che augurare buon lavoro a tutto il personale dei Musei e dei Parchi Archeologici e sperareche almeno nel settore dei Beni Culturali questo periodo abbia lasciato qualche insegnamento.

Grazie a tutti e vi vengo a trovare presto!


P.s.
All'inizio della "fase 3" ho già perso le tracce di chi si era improvvisamente svegliato sui social nella "fase 1", niete più post, niente più dirette, sono già tornati indietro sui loro passi (o magari sono molto impegnati nei lavori per la riapertura, chissà), mentre chi ha una solida presenza sui social si sta dedicando alla  MuseumWeek  ( il festival mondiale per le istituzioni culturali sui social media) ça va sans dire.












giovedì 15 ottobre 2015

Il MiBACT comunica nuove assunzioni e nuovi finanziamenti alla cultura.




“Dopo gli anni dei tagli crescono le risorse per la cultura, nuovi fondi per la tutela del patrimonio e i grandi progetti culturali: 150 milioni di € nel 2016, 170 milioni di € nel 2017, 165 milioni di € dal 2018. Il bilancio del Mibact aumenta dell’8% nel 2016 e del 10% nel 2017. La legge di stabilità contiene interventi straordinari e di grande portata per la cultura e il turismo. Si torna a investire e assumere e lo si fa adottando una misura che, in deroga alla normativa vigente, autorizza un concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di 500 professionisti del patrimonio culturale. Una scelta di cui siamo orgogliosi e che conferma quanto il Governo Renzi abbia definitivamente invertito la tendenza e torni, dopo tanti anni, a credere nella cultura come leva dello sviluppo del Paese investendo su musei, biblioteche, archivi, cinema, spettacolo e valorizzando il ruolo che ogni singolo cittadino può dare alla tutela del patrimonio culturale". 
Così il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini presenta le principali misure contenute nel testo della Legge di Stabilità varato oggi dal Consiglio dei ministri e inviato alla Commissione Europea. 
Concorso straordinario per 500 professionisti i del patrimonio culturale
“Per assicurare la tutela e la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione e in deroga alle norme vigenti è stato autorizzato un concorso straordinario per l’assunzione a tempo indeterminato di 500 funzionari dei beni culturali selezionati tra antropologi, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, esperti di promozione e comunicazione, restauratori e storici dell’arte. Una misura indispensabile per rafforzare la dotazione organica del MiBACT e introdurre professionalità fondamentali per garantire l’attuazione dell’articolo 9 della Costituzione”.
Art-Bonus stabilizzato e reso permanente al 65%
Viste le numerose richieste e il grande successo riscosso dall’ArtBonus in tutto il Paese, viene resa permanente l’agevolazione fiscale del 65% per le erogazioni liberali a sostegno della cultura. L’Art Bonus riconosce un credito d’imposta del 65% dell’importo donato per il finanziamento di interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici; per il sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione; nonché per la realizzazione, il restauro e il potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo. 
Tutti i numeri dell'Art Bonus saranno presentati la prossima settimana a Roma (22 ottobre, ore 10.30 Auditorium di Mecenate).
Potenziamento del Tax Credit cinema e audiovisivo (+25 milioni di euro)
“Vengono rafforzati i Tax credit a sostegno del settore cinematografico e audiovisivo migliorandone le procedure di applicazione e potenziandone le risorse a disposizione. I fondi per i Tax Credit  sono aumentati di 25 milioni di euro - si passa dai 115 milioni di € del 2015  ai 140 milioni di € nel 2016 con un incremento di +21%. Grazie a questo intervento si rafforza un meccanismo fiscale che sta generando un enorme aumento delle produzioni internazionali in Italia”. 
+10 milioni ogni anno per la promozione turistica del Paese
La nuova  Enit avrà a disposizione 10 milioni aggiuntivi annui per la promozione internazionale del Paese.
+30 milioni ogni anno per Archivi, Biblioteche e Istituti del Ministero
Dopo anni di sacrifici e tagli, finalmente nuovi fondi per il funzionamento di Archivi e Biblioteche – con ingente aumento delle risorse delle rispettive direzioni generali - e per gli Istituti del Ministero (come da tabella). 


sabato 24 gennaio 2015

In questo strano sabato, tra raffreddore, codice HTML del blog (che sto cercando di migliorare) e nuove politiche di Facebook (abolizione dei profili che non sono persone fisiche), che mi porteranno a chiudere il profilo e ad aprire una nuova pagina (sempre per Archeologia e dintorni), mi sono imbattuta in due diversi modi di vivere e comunicare la cultura.

Il primo modo è quello del nuovo sito internet lanciato dal Mibact, creato per raccogliere gli eventi che si terranno durante l'Expo di Milano 2015, dal nome VeryBello...il sito si chiama così http://www.verybello.it/

Il sito è una versione beta,  fino a questa mattina si presentava con un banner (parte alta del sito) con scritto "Very Bello" e come sfondo l'Italia vista di sera dallo spazio.
Dico fino a questa mattina, perché ho provato a caricarlo mentre scrivevo questo articolo (19.45) e la grafica è un po' saltata (ho provato anche ad altre persone e hanno riscontato lo stesso problema).




Direte voi "è una versione beta, ci può stare!" (o forse è perchè si poggia su un server condiviso, suAruba).
Proseguiamo.

Il sito si presenta come un elenco di eventi culturali, tutto interamente in lingua italiana.

-Pro: ordinato (è un buon elenco), gli eventi sono georeferenziati (c'è una cartina che indica il luogo, così un turista può trovarlo subito...se comprende l'italiano e se il posto indicato è corretto).

-Contro: Se il sito è stato creato sopratutto per i turisti stranieri, in questa maniera non funziona. Ci vuole la traduzione in Inglese (per cominciare).
Il Ministero dice che le traduzioni arriveranno, allora perché tanta fretta nel lanciare questo prodotto?
Penso che una versione beta Italiano/Inglese sarebbe stata più completa.
Inoltre sarebbe il caso di evitare contenuti accessibili solo agli addetti ai lavori  e forse neanche a loro (vedi foto sotto).



-Utilità: Sul primo post del sito leggiamo,
"Tutta la ricchezza dell'offerta culturale italiana da maggio a ottobre 2015"

Questa frase mi ha fatto pensare che gli eventi segnalati in qualche modo coinvolgessero l'Expo o il Ministero,  insomma pensavo a qualcosa di celebrativo per unire l'Italia in un'unica grande festa.

Invece non è così. Il sito è un contenitore di segnalazioni di attività altrui, gli eventi sono stati realizzati senza la partecipazione diretta dell'Expo o del Mibact.
In poche parole sono associazioni, proloco, teatri ecc, che quando fanno l'evento devono segnalarlo a VeryBello (ancora non so come, il sito è momentaneamente privo di contatti) e i Verygestori del sito fanno il post con link e mappa google.
Questo vuol dire che se non arrivano segnalazioni il sito non viene implementato?

Però c'è il banner!
Il banner lo puoi scaricare e utilizzare liberamente, puoi metterlo sul tuo sito, puoi entrare nell'elenco degli amici di VeryBello!

Il banner di VeryBello è stato inviato a più di tremila siti che si occupano di cultura e turismo e potrà essere utilizzato liberamente. La piattaforma VeryBello può essere ospitata sul web. Tutti coloro che linkeranno il banner di VeryBello potranno inviare la segnalazione dell’avvenuta pubblicazione all’indirizzo emailinfoverybello@beniculturali.it e saranno inseriti nella pagina degli amici di VeryBello del sito del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. 


Per finire vi mostro un video VeryBello e spero che il contenuto sia per voi #VeryBello, perché per me è #BeddruVero! ( traduzione BelloVero).


https://www.youtube.com/watch?v=WUcKnLdmXNQ

P.s Per questo progetto sono stati spesi 5 milioni di euro (vedi http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2015/01/24/ARFeU5HD-franceschini_promuovere_verybello.shtml)


-------Secondo modo di vivere la cultura-----

Per il secondo modo di vivere la cultura basta un hashtag, #invasioniDigitali!

Questa iniziativa è tanto famosa che non ha bisogno di presentazioni  (per chi ancora non sa di cosa si tratta rimando a questo link http://www.invasionidigitali.it/it  oppure all'articolo di questo blog http://archeologiaedintorni.blogspot.it/2013/04/invasionidigitali-come-conciliare-musei.html).

Archeologia e dintorni ha avuto il piacere di partecipare all'invasione del Castello Grifeo di Partanna (vedi foto sotto) ed è stata una bella esperienza.




Se dovessi definire #InvasioniDigitali, direi che è un modo per sentire il bene culturale veramente nostro.

La comunicazione dell'evento è ben studiata, chiara, social (a partire dal nome dell'evento) e il sito ha anche la versione inglese!
Facile ironia a parte, volevo condividere con voi il video che pubblicizza la prossima edizione di #InvasioniDigitali che si svolgerà dal 24 aprile- al 3 maggio 2015 in tutta Italia.


Dopo questo video non penso ci sia altro da aggiungere.

Come avete visto, ci sono diversi modi di parlare di cultura, ci sono diversi approcci, quello di chi non si vuole veramente impegnare (sprecando risorse) e quello di chi ci mette tutto, tempo, testa, cuore e professionalità.

lunedì 9 dicembre 2013


Dopo tanto tempo torno a scrivere su questo blog e vi devo parlare di qualcosa di preoccupante.

Chi lavora nel campo dei Beni Culturali avrà già letto da altre parti dell'uscita del bando del MiBACT dal titolo "500 giovani per la cultura", presto ribattezzato #500schiavi.

Questo bando prevede la selezione di 500 ragazzi/e, definiti "eccellenze italiane",  laureati con 110/110, under 35, con una  buona conoscenza della lingua inglese (livello B2), per fare uno stage di 1 anno a 416 euro al mese presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, durante il quale dovranno digitalizzare il patrimonio culturale italiano.

416 EURO, per 30-35 ore di lavoro settimanale,  in 1 anno sono 5000 mila euro.

Signori, senza andare per il sottile, qualsiasi altro lavoro è meglio retribuito!
E' un compenso inferiore persino alla retribuzione del Servizio Civile Nazionale, è inferiore alla retribuzione di un cameriere, di una commessa, o di altro mestiere per cui non sono necessari anni di studio e non sono necessari "eccellenze italiane".


Così prima di cadere nello sconforto, mi chiedo: "se non valgo niente per il mio Ministero, come posso valere qualcosa per gli altri"?
Come posso pretendere di essere giustamente retribuita in un cantiere, come posso pretendere di non essere sfruttata, come posso pretendere di essere tutelata, se il Ministero per primo mi vede come una stagista da sfruttare? (chi vi parla ha tutti requisiti richiesti per partecipare alla selezione).

Ascolto il suono della mia voce e ascolto il flusso dei miei pensieri...all'esterno sembro quasi una piccola ingrata. Ingrata! Una volta che esce un bando fai tutte queste storie? Non siete mai contenti voi archeologi?

No!
Non sono contenta, non sono soddisfatta e non sono riconosciuta!
Sono solo delusa.
Delusa dal Ministero che mi sottovaluta, mi prende per i fondelli, mi sbatte in faccia la scarsa considerazione verso chi fa il mio mestiere...o comunque ci prova.

Qualche giorno fa ho letto velocemente un annuncio di uno stage in Irlanda, la retribuzione era pari a 2000 euro al mese, le ore erano inferiori a quelle preventivate dal Ministero Italiano e il lavoro era simile...sto già facendo le valigie!

Sono stufa, ma non mi arrendo e lotto per il #Riconoscimento.

(Scusate i tanti puntini di sospensione e i troppo punti esclamativi, ma ho preferito censurare i miei pensieri, per non essere troppo scurrile o irriverente).

Per farvi la vostra opinione sulla questione vi lascio il link del band: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Avvisi/visualizza_asset.html_348380334.html

Se volete saperne di più vi rimando a :https://www.facebook.com/500noalMibact

http://www.professionearcheologo.it/500schiavi-ovvero-del-prezzo-di-essere-archeologo/

https://www.facebook.com/notes/confederazione-italiana-archeologi/decreto-valore-cultura-lurgenza-non-diventi-fretta/10151769505599060

https://www.facebook.com/notes/associazione-nazionale-archeologi/associazione-nazionale-archeologi-su-decreto-valore-cultura-bene-su-pompei-ma-pe/530684140334058